martedì 18 maggio 2010

L'eco del silenzio su Radio Libriamoci Web: Le crisi dimenticate (Prima parte)






L'eco del silenzio
su Radio Libriamoci Web:
Le crisi dimenticate - Prima parte

trasmissione del 18 maggio 2010


La notizia di questa settimana è la campagna di Medici Senza Frontiere per offrire visibilità a tutte quelle che sono le crisi umanitarie dimenticate.
Il 21 aprile Medici senza frontiere ha pubblicato il rapporto annuale sulle crisi più sottovalutate dai mezzi di informazione.
La prima lista di questo genere fu fatta dall'Ong nel 1998, da allora sono passati 11 anni e 6 da quando MSF Italia in collaborazione con l’osservatorio di Pavia ha cominciato a valutare la copertura delle crisi nei telegiornali italiani e a farlo andando a indagare i contenuti degli stessi.
Come già detto il monitoraggio è stato fatto per la prima volta nel 2004 e da allora è stato ripetuto ogni anno usando sempre lo stesso approccio metodologico.
L'analisi della copertura dei notiziari sugli eventi e contesti di crisi in maniera sistematica e diacronica ha permesso due operazioni:
In primo luogo di verificare e confrontare quanto spazio nei diversi anni ha occupato nell’agenda dei telegiornali l’informazione sulle crisi internazionali;
In secondo livello l’analisi ripetuta nel tempo ha consentito di evidenziare tendenze ricorrenti dell’informazione tele-giornalistica italiana.
I risultati di queste analisi permettono inoltre di formulare ipotesi sul funzionamento dei meccanismi di selezione della notizia e sui criteri di “notiziabilità” che quotidianamente traducono i molteplici eventi della realtà nei circa venti servizi di un telegiornale.
Il rapporto di quest’anno ha evidenziato un dato stabile rispetto agli anni precedenti: le notizie sulle crisi umanitarie nel 2009 sono state il 6% del totale (5.216 su 82.788), con la stessa percentuale del 2008 (6%), ma ancora in linea con il calo di attenzione prestato alle aree di crisi in questi anni (il 10% nel 2006 e l’8% nel 2007).
Ritengo necessario specificare che, mentre prima del 2008 la classifica annuale segnalava le crisi umanitarie dimenticate dai media, a partire dall’anno scorso la lista contiene una selezione delle crisi più gravi, e non più necessariamente ignorate, dato che, se tra queste ve ne sono alcune al contempo drammatiche e scarsamente rappresentate, è altrettanto vero che ce ne sono altre che di visibilità ne hanno molta, ma indirizzata solo su determinati aspetti.
Questo spiega, ad esempio, perché nella Top Ten MSF compaia un paese come l’Afghanistan, che è uno degli scenari di crisi internazionali più visibile sui nostri schermi (anche per il coinvolgimento della missione militare italiana nel paese), e che è stati la crisi di cui maggiormente si è parlato nel 2007, fra le prime del 2008 e in assoluto la più passata dai TG nel 2009.
In sintesi le dieci cenerentole de 2009 sono: le malattie tropicali dimenticate; la guerra nella Repubblica Democratica del Congo (RDC); il conflitto nello Sri Lanka e in Yemen; gli scarsi finanziamenti per la lotta all’AIDS; le condizioni drammatiche per le popolazioni del Sudan; i fondi inadeguati per la malnutrizione; i civili intrappolati nella morsa della violenza in Pakistan, come in Somalia e Afghanistan, stati nei quali l’accesso alle cure per la popolazione è estremamente difficoltoso.
Tra le emergenze individuate quest‘anno, troviamo quindi una serie di paesi nei quali la popolazione civile è stata vittima inerme dei conflitti in atto, e dell'escalation di violenza all'interno degli stessi, luoghi in cui gli operatori umanitari hanno avuto crescenti difficoltà o sono stati addirittura impossibilitati a portare i soccorsi.
Altre riguardano invece malattie e crisi sanitarie che continuano a essere ignorate e/o sottovalutate. Fra queste le cosiddette “malattie tropicali dimenticate” (leishmaniosi viscerale/kala-azar, malattia del sonno, Chagas e ulcera di Buruli) che si trovano in un totale cono d’ombra informativo.
Le notizie ad esse dedicate sono state pari a zero, mentre di influenza suina, in soli 9 mesi, si è parlato in ben 1.337 notizie. Eppure più di 400 milioni di persone al mondo sono a rischio a causa delle malattie tropicali. La ricerca e sviluppo di nuovi medicinali e presidi diagnostici sono privi di fondi sufficienti e ciò ha gravi conseguenze sui pazienti.

Medici Senza Frontiere quest'anno oltre a pubblicare il rapporto, per la prima volta in forma di libro con il titolo Le crisi umanitarie dimenticate dai media nel 2009” (Marsilio Editori), propone inoltre una campagna di sensibilizzazione con, e questa è un'ulteriore novità, l'obiettivo di dare vita, ad alcune mobilitazioni per coinvolgere l’opinione pubblica.
La campagna è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto Europeo di Design di Milano ed ha un nuovo sito creato appositamente, www.crisidimenticate.it, dove potrete trovare materiali per  dare anche voi, in prima persona, il vostro supporto.
La campagna prevede due sezioni.
La prima, “Adotta una crisi dimenticata”, è diretta ai media, alle Università e alle Scuole di giornalismo e gode del patrocinio della Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI); ad ha come obiettivo quello di dare spazio a momenti di confronto e approfondimenti sulle crisi umanitarie.
La seconda, “Accendi un riflettore sulle crisi dimenticate”, è rivolta all’opinione pubblica e quindi anche a tutti voi singoli, mira ad attirare l’attenzione nei modi più diversi, da quello virtuale attraverso il sito crisidimenticate.it e Facebook, ma anche mediante iniziative concrete come i FlashMob che mano a mano verranno proposti o proporrete.
In questa sezione c'è un elenco di link condivisibili su facebook, dieci per le altrettante crisi orfane, con i quali basta un semplice click per effettuare l'adozione e condividerli, per ora le adesioni non sono altissime si va dai 255 genitori per la malnutrizione infantile ai 48 per lo Sri Lanka,
(es. per adottare il Pakistan su FB).
Facciamo quindi la differenza e inseriamo fra i tanti link che solcano le nostre bacheche anche questi; se non saranno riflettori saranno quantomeno faretti umanitari.


Lucia Capparrucci


 

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