domenica 6 febbraio 2011

L'eco del silenzio su Radio Libriamoci Web: la Carta dei diritti della Lettura e il "Basta!" delle donne



L'eco del silenzio 
su Radio Libriamoci Web

trasmissione del 7 febbraio 2011

dal lunedì tutti i giorni alle:
10,30 - 17,30 - 23,00


Donne di Carta


Finalmente ho un bel progetto di cui parlarvi e assolutamente in linea con le frenetiche letture che sono solita augurarvi.
Per prima cosa ve ne presento l'ideatore, cioè l'associazione Donne di carta e lo faccio tramite la descrizione che trovate nel loro sito www.donnedicarta.org.
“Correva l'anno 2008, un giorno di ottobre  (il mese in cui lungo il Tevere i platani sono d'oro)...
Quattro donne, addette al lavoro editoriale, fondarono l'Associazione Donne di carta: un modello di cooperazione tra editori, librai, autori e lettori.
Una catena di solidarietà per un obiettivo comune: la lettura.
Risposero subito editori indipendenti da diverse regioni. E tanti lettori.
Correva l'anno 2009 del mese di maggio...
Quelle quattro donne conobbero Antonio Rodriguez Menendez che a Madrid aveva inventato il “Proyecto Fahrenheit 451 – las personas libro”.
Antonio andava in giro invitando la gente a rendere vera l'utopia di Bradbury: imparare a memoria i libri e andare in giro a dirli, a voce alta. Noi ci credemmo. Qualcosa di rivoluzionario nella sua semplicità: i libri appartengono ai lettori che li amano. Hanno la loro voce.
Il passo successivo, nel 2010, è stato coniugare il mondo editoriale con quello del volontariato sociale e culturale, perché “la differenza è una rete di solidarietà” e la Cultura vive nel fare delle persone. Il territorio, la città in cui si vive, gli spazi antropologici e la dinamica delle relazioni: cose tutte da leggere. Il mondo.
Così è nato un Giornale partecipativo “IO e...” per raccontare queste esperienze.
Oggi siamo anche un' “Accademia della lettura”: un centro che aggrega e un sistema di assistenza e di promozione itinerante volta a costruire consapevolezza della lettura nelle nostre vite.
Stiamo promuovendo LA CARTA DEI DIRITTI DELLA LETTURA che proporremo alla Comunità europea.”

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Da www.firmiamo.it

La Carta dei diritti della Lettura



Promossa da Sandra Giuliani

Il 3 gennaio 2011

Statuto della petizione
Definizioni della lettura, Diritti della persona che legge e Doveri sociali


Art.1

«Leggere è un Diritto della persona senza distinzione di condizioni sociali, di età, di lingua,
di opinioni politiche, di razza, di religione, di salute e di sesso»


Gli otto articoli sono tutti leggibili alla voce ° petizione della seguente pagina:


La Carta verrà tradotta in inglese, francese, tedesco, spagnolo; inaugurata oralmente in più lingue e dialetti delle comunità internazionali (Bastia Umbra 5-6 febbraio 2011), inoltrata al Presidente della Repubblica per ottenere l'Alto Patronato e quindi inviata all'attenzione della Comunità europea.
(Accademia della Lettura dell'Associazione Donne di carta)


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Vi è chiaro? Se non lo fosse ripeto. Queste persone, nella fattispecie donne, hanno ideato una Carta dei diritti della Lettura che, oltre ad essere già stata consegnata al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, spero, grazie anche al vostro intervento sottoforma di firma, approderà alla Comunità europea come proposta di legge.
La petizione online con i suoi 8 articoli, su firmiamo.it ha raggiunto e superato le mille firme in meno di un mese e le 3000 adesioni su Facebook. Ma non è ancora nulla, dato che, dopo la presentazione del 5-6 febbraio a Bastia Umbra, ben presto inizierà la raccolta delle firme cartacee. Proprio per l’evento a Bastia in data 4 febbraio 2011 il Presidente della Repubblica ha destinato una medaglia, quale suo premio di rappresentanza, alla presentazione della "Carta dei Diritti della Lettura".
Per quanti si stessero ancora chiedendo "Che bisogno c’è di una Carta dei Diritti della Lettura e che bisogno c’è di “case della lettura” pubbliche e gratuite se già esistono le biblioteche?" Vi informo che la carta è già diventata un instant-book edito dalla casa editrice Il Caso e il Vento con prefazioni di Michela Murgia e Lidia Castellani nonché postfazione di Massimo Squillacciotti e che in questo testo troverete tutti i chiarimenti. (qui)
Il mio invito è quindi quello di informarvi sulla carta e nel caso in cui ne doveste condividere articoli e principi, di apporre anche la vostra firma. Nel blog de l'eco del silenzio troverete comunque tutti i riferimenti e i rimandi.


Contro il #rogodilibri:Marcia in Veneto delle persone libro
"messe al bando"

Prima di passare all’ultima notizia vi segnalo un'altra iniziativa anch'essa molto importante e soprattutto concreta.
Sempre le Donne di Carta organizzano per questo sabato 12 febbraio 2011 una Marcia in Veneto contro il #rogodilibri di cui vi ho parlato in queste settimane.
Qui i fatti in estrema sintesi
Qui la proposta
Il 12 febbraio saranno a Mestre alla Libreria La Feltrinelli e alla Biblioteca civica, a Venezia alla biblioteca Querini Stampalia (Sestiere Castello) e alla Biblioteca universitaria di Ca’ Foscari,
e il 13 mattina a Portogruaro alla Villa Comunale (Sala del caminetto); in questi luoghi diranno a voce alta le pagine messe al rogo e gli Articoli della Carta dei Diritti della Lettura perché nessuno deve permettersi di scegliere cosa vogliamo leggere.
Mai come oggi essere una "persona libro" acquista il senso profondo di una dimostrazione di libertà.
Possono eliminare i libri, ma non la memoria e le voci delle persone.
Per quanti desiderassero aderire alla marcia o semplicemente avere informazioni l'indirizzo a cui scrivere è: segreteria@donnedicarta.org




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Parliamo ancora di donne, ma vorrei sottolineare come il problema sia trasversale e fino a quando non sarà fatto proprio anche dagli uomini rimarrà tale. Sono fiduciosa che le cose stiano cambiando e che la consapevolezza si stia facendo strada. Come cita sempre Loredana Lipperini il problema dell'Italia non è il Cavaliere, ma il cavallo, credo che con la collaborazione di tutti si potrà davvero arrivare a rendere consapevole la base della piramide, che i diritti e il pieno riconoscimento sociale e civile delle donne siano assolutamente indispensabili all'affermarsi di una società giusta e credo migliore. A quel punto il vertice del paese sarà specchio positivo delle fondamenta.
Ciò premesso vi do lettura del testo che invita alla mobilitazione nazionale delle donne.


da dinuovodinuovo.blogspot.com (qui)

Mobilitazione nazionale! Se non ora, quando?

27 gennaio 2011


INVITO ALLE DONNE ITALIANE A PARTECIPARE AD UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011

Se non ora, quando?
In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.
Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che - va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia - hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.
L’APPUNTAMENTO E’ PER IL 13 FEBBRAIO IN OGNI GRANDE CITTA’ ITALIANAQui la petizione.




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Concludo con un articolo di Michela Murgia per La Repubblica

da www.michelamurgia.com (qui)


Noi siamo un'altra storia

31 gennaio 2011

Elaborazione grafica di Federica Martellini ©,
da: http://host.uniroma3.it/riviste/romatrenews/

In questi giorni oltre centocinquantamila donne hanno accettato l’invito a sostituire l’avatar personale di facebook con il volto e la storia di una donna da cui si sentivano rappresentate. Sugli schermi di tutti sono apparsi nel giro di pochi giorni migliaia di volti e di storie di donne che la maggior parte degli utenti non aveva probabilmente mai sentito nominare. Da Eleonora d’Arborea, la legislatrice sarda che nel 1300 aveva già creato leggi che punivano lo stupro e vietavano il matrimonio riparatore senza il consenso della donna,  a Laura Bassi Verani,  che nel 1732 divenne la prima ad avere una cattedra universitaria in Europa, fino a Alison Lapper, artista focomelica che a metà del secolo scorso rifiutò le protesi che dovevano renderla più accettabile agli altri, arrivando fino a usare sé stessa come modella per combattere contro l’imposizione di un unico canone di bellezza femminile. Sono centinaia i volti di scrittrici e poetesse, scienziate e guerriere, artiste e matematiche; ma in mezzo a queste donne straordinarie ci sono anche nomi comuni di nonne, madri e amiche delle donne che stanno partecipando, nessuna famosa ma tutte importantissime voci di questo gigantesco controcanto corale. I soliti snob avranno detto che è la democrazia del click, che non cambia di una virgola le storture del mondo in cui viviamo, ma io non sono d’accordo. Preferisco riconoscerci la creatività delle donne messa all’opera in un colossale esercizio di contronarrazione collettiva, con un contagio virale e vicendevole fatto di storie che la tv non racconta, a cui i giornali non danno mai spazio, che non entrano nei dibattiti dei talk show e che anche sulla rete bisogna andare a cercarsi. Le donne raccontano sé stesse nella vita e su internet, l’unico medium dove ancora sia possibile farlo senza che una telecamera ti inquadri una parte del corpo mentre stai dicendo quello che pensi.

Queste donne sono tutt’uno con quelle che scenderanno in piazza il prossimo 13 di febbraio. La loro narrazione è la medesima e ribadisce con chiarezza un concetto che vorrei vedere riflesso su tutti gli striscioni, sui cartelli e sui volti di quanti, uomini e donne, a quella manifestazione parteciperanno convinti:  “Noi siamo un’altra storia”.
Per questo, a chi dice che quello che si vede sui giornali da settimane a questa parte offende le donne, vorrei dire di no, che si sbaglia, che non è vero. Nessuna donna normale si riconosce nel grottesco fondale di cartapesta contro il quale si muove il caravanserraglio di veline che circonda Silvio Berlusconi. E’ vero invece che quello che si è visto - cioè l’immagine di un preciso tipo di donna, avvenente secondo i canoni televisivi, venduta, offerta, comprata, mantenuta e zittita a suon di milioni - è prima di tutto una grottesca proiezione dell’uomo che la sogna. Vi si intravede un maschio che abita un universo femminile deforme, fatto di seni e labbra ipertrofiche e di travestimenti da gag in un immaginario colonizzato da You Porn. Se è vero che il signore di Arcore è metafora dell’Italia che ha governato per quasi vent’anni, allora quella che stiamo vedendo è la parabola a precipizio di un paese invecchiato male, senza più fantasia e ansioso di rassicurazione. Un paese che si specchia in un uomo che ha bisogno di vedere gli altri ridere per credere di essere divertente, e che sa che la sola lealtà che può aspettarsi sta dentro la misura di un bonifico.
Uno così non può offendere le donne che siamo e che vogliamo essere.
Al massimo può volgere al femminile la triste caricatura di sé stesso.
.

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