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venerdì 11 febbraio 2011
“Liberi di leggere, liberi di pensare”: le persone libro in Veneto
09:40 | Pubblicato da
Lucia |
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da www.donnedicarta.org
IL VENETO CI ASPETTA Mestre-Venezia-Portogruaro
“Liberi di leggere, liberi di pensare”:
4 appuntamenti sabato 12 febbraio
4 appuntamenti sabato 12 febbraio
Una ventina di “persone-libro” dell’associazione “Donne di Carta” racconteranno o leggeranno brani di opere di autori contemporanei come Cacucci, Biondillo, Dazieri, Evangelisti, Lipperini, Scarpa, Saviano, Senesi, Wu Ming, Carlotto, ecc…
Il programma prevede due reading a Venezia: dalle ore 14.30 alle 15.30 alla Fondazione Querini Stampalia in Campo Santa Maria Formosa; dalle ore 15.30 alle 16.30 alla Biblioteca Servizio Didattico Università Ca' Foscari a Dorsoduro 1392, Zattere al Pontelungo.
Altri due reading si terranno a Mestre: dalle ore 14.30 alle 15.30 alla Libreria Feltrinelli al centro commerciale Le Barche, con la partecipazione dell'assessore comunale alle Politiche educative, Andrea Ferrazzi; dalle ore 15.30 alle 16.30 alla Biblioteca Civica Mestre, in via Miranese, 56, con l'intervento dell'assessore alle Politiche giovanili e Centro Pace, Gianfranco Bettin.
Per l’occasione sarà presentata a Venezia la “Carta dei diritti della lettura” che recentemente ha ricevuto un importante riconoscimento dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che l’associazione sta presentando nelle biblioteche e librerie italiane.
Per informazioni: eventi.bibliotecacivica@comune.venezia.it, telefono 0412392082/62; centropace@comune.venezia.it tel. 0412747645/7671
APPUNTAMENTO DOMENICA 13 FEBBRAIO A PORTOGRUARO CON L’ACCADEMIA DELLA LETTURA DI DONNE DI CARTA - READING DELLE “PAGINE MESSE AL ROGO”
E ARTICOLI DELLA CARTA DEI DIRITTI DELLA LETTURA
Domenica 13 febbraio nella Sala del Caminetto della Villa Comunale di Portogruaro, a partire dalle ore 10.30, l’Accademia della Lettura di Donne di Carta, in collaborazione con il Comune di Portogruaro, propone un “reading” per “dire a voce alta e a memoria le pagine messe al rogo e gli articoli della carta dei diritti della lettura”.
Le “persone-libro” dell’associazione “Donne di Carta” racconteranno o leggeranno brani di opere di autori contemporanei come Saviano, Wu Ming, Cacucci, e molti altri su cui è gravato l’invito a essere rimossi dalle Biblioteche del Veneto.
Nell’occasione verrà presentata anche la “Carta dei diritti della lettura” che recentemente ha ricevuto un importante riconoscimento dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che l’associazione sta presentando nelle biblioteche e librerie italiane.
La Giunta Comunale di Portogruaro in merito alla rimozione delle opere letterarie degli scrittori che nel 2004 firmarono una petizione a sostegno di Battisti, si era espressa richiamandosi proprio ai valori della democrazia, della libertà di pensiero, di espressione e di stampa, sanciti dalla Costituzione Italiana, e respingendo la proposta, fermo restando che la stessa Giunta ha concordato con l’azione intrapresa dal Governo per l’estradizione di Battisti e ha attestato il proprio rispetto verso i familiari delle vittime, che esigono e meritano che il corso della giustizia abbia la sua legittima applicazione.
LE PERSONE LIBRO ALTROVE
Il 12 febbraio diventa per le persone libro di BARI e di CAGLIARI una Giornata in difesa della Libertà dei Libri.
"Libreria Libri&Libri", v.P.Amedeo 158 Ora: 18.30 - BARI
"Libreria Primalibri" via Gorizia 95/ang. via Vico Quartu S.Elena. (Sardegna) ore 17.00
lunedì 31 gennaio 2011
L'eco del silenzio su Radio Libriamoci Web: aggiornamento #rogodilibri - Diritti umani dei bambini e dei ragazzi con disabilità
17:32 | Pubblicato da
Lucia |
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L'eco del silenzio
su Radio Libriamoci Web
trasmissione del 31 gennaio 2011
27 gennaio - Giorno della Memoria
"Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell'aria. La peste si è spenta, ma l'infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo. In questo libro se ne descrivono i segni: il disconoscimento della solidarietà umana, l'indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui, l'abdicazione dell'intelletto e del senso morale davanti al principio d'autorità, e principalmente, alla radice di tutto, una marea di viltà, una viltà abissale, in maschera di virtù guerriera, di amor patrio e di fedeltà a un'idea".
da "L'asimmetria e la vita" - Primo Levi
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"Quel che ora penso veramente è che il male non è mai 'radicale', ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso 'sfida' come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua 'banalità'. Solo il bene è profondo e può essere radicale".
da "La banalità del male" - Hannah Arendt (1906-1975)
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da Lipperatura blog di Loredana Lipperini un aggiornamento sulla questione dei libri messi al bando in Veneto
27 gennaio 2011
I LETTORI A PREGANZIOL E I RIPENSAMENTI DEGLI ASSESSORI
Due notizie. Due buone notizie, aggiungerei.
La prima viene, telefonicamente, da Preganziol. Davanti alla biblioteca comunale si sono radunate tantissime persone. Lettori e cittadini, studenti, i ragazzi di Libera di Don Ciotti, scrittori che hanno volantinato e letto brani. Si è parlato molto e con grande calore. Chi era presente posterà al proprio ritorno.
La seconda viene dal Veneto. Anzi: dalla regione Veneto. L’assessore all’Istruzione Donazzan dichiara che non spedirà nessuna lettera alle scuole. Questo il testo del comunicato:
“Non è più necessaria alcuna lettera, perché l’obiettivo e’ stato raggiunto: stigmatizzare le firme a favore di Cesare Battisti”. Lo dichiara Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro in merito alla lettera, che aveva dichiarato di voler inviare alle scuole del Veneto, in cui invitava a non adottare i libri di autori che avevano firmato il manifesto pro Battisti.
“E siccome- aggiunge Donazzan-, non intendo dare ulteriore fiato ad una polemica creata a priori, ho inteso non inviare alcuna lettera a supporto del giudizio di condanna dato da tutte le Istituzioni italiane con in testa il Capo dello Stato, per chiudere con il mio Presidente di Regione Luca Zaia, che hanno giustamente definito Battisti un delinquente”.
“L’intento- conclude l’assessore regionale- è stato raggiunto: isolare nei fatti e nei giudizi quanti, mi auguro improvvidamente, hanno inteso sostenere l’impunita’di Battisti”.
Isolare?
Battute molto facili a parte, due risultati importanti sono stati ottenuti, anzi tre:
- Nessuna lettera partirà, nessun preside del Veneto si sentirà invitato a togliere dalle biblioteche scolastiche e dalle letture degli studenti i testi incriminati. E, soprattutto, nessun gravissimo precedente di “indirizzo politico” su cosa leggere e cosa no, verrà aperto.
- Per quanto riguarda l’assessore alla Provincia Speranzon, l’invito ad eliminare i libri dalle biblioteche della Provincia si è trasformato in una mozione di minoranza al Comune di Venezia. Che resta un grave atto politico: ma non una violazione della Costituzione.
- La mobilitazione attorno a Preganziol ha impedito che si consumasse un sopruso doppio: nei confronti dei testi di uno scrittore, e soprattutto nei confronti di una donna coraggiosa. Peraltro, Il Gazzettino ha dovuto pubblicare una smentita all’articolo di ieri.
Ma.
La guardia resta alta. Difficile pensare che personaggi di questo genere, che sono stati costretti a tornare sui propri passi da lettori e cittadini, non meditino il rilancio. Magari contando sul fatto di poter agire nel silenzio, o al massimo in qualche accorto trafiletto in cronaca locale.
Dunque, occhi aperti.
E grazie. Di cuore.
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Rispettiamo i diritti umani
dei bambini e dei ragazzi con disabilità
dei bambini e dei ragazzi con disabilità
26 gennaio 2011 - LEDHA scrive una lettera aperta al Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e al Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia Giuseppe Colosio.
Di seguito il testo della lettera (qui)
All'attenzione di
Maria Stella Gelmini
Ministro dell'Istruzione
Giuseppe Colosio
Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale Lombardia
c.c.
Membri dell'Osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità
Oggetto: Rispettiamo i diritti umani dei bambini e dei ragazzi con disabilità
Gentile signora Ministro ed egregio Signor Direttore,
vi scriviamo questa lettera a pochi giorni dalla sentenza del Tribunale di Milano che ha stabilito "la natura discriminatoria della decisione delle amministrazioni scolastiche di ridurre le ore di sostegno scolastico per l'anno in corso rispetto a quelle fornite nell'anno scolastico precedente".
Si tratta, come certo vi è noto, della sentenza con il quale il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso dei genitori di 17 studenti milanesi che quest'anno hanno visto ridursi le ore degli insegnanti di sostegno assegnati alle classi frequentate dai loro figli con disabilità.
Non è certo la prima volta che il Ministero viene condannato per questo genere di situazioni. Da diversi anni i giudici dei Tribunali Amministrativi sono intervenuti ricordando che i diritti degli alunni con disabilità non possono essere in alcun modo limitati dai problemi di bilancio del Ministero.
In questo caso vi è però una importante novità.
Per la prima volta in Italia, un Tribunale ha ritenuto che l'inadeguata ed insufficiente assegnazione delle ore di sostegno costituisca una discriminazione a danno degli alunni con disabilità e non solo una lesione del diritto allo studio e all'inclusione scolastica. Il riferimento è alla Legge 67 del 2006 che stabilisce le "Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni" ma anche con un esplicito richiamo alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Negare le risorse necessarie per garantire il diritto allo studio dei bambini e ragazzi con disabilità significa quindi non rispettare i loro diritti umani.
Per questo motivo ci sentiamo in dovere di segnalare la questione all'Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità affinché possa verificare che il Governo, il Ministero dell'Istruzione e gli Uffici Scolastici regionali mettano a disposizione della Scuola, di tutte le scuole d'Italia tutte le risorse necessarie per "promuovere, proteggere e garantire" ai bambini e ragazzi con disabilità il pieno ed eguale godimento del diritto allo studio, in condizione di eguaglianza con gli altri.
Chiediamo di sapere in che modo, già a partire da quest'anno, il Ministero intenda affrontare questi problemi: ad esempio nella sola Lombardia , solo per garantire un rapporto 1:2, in molte situazioni peraltro inadeguato, mancano più di 2000 cattedre di sostegno per fare fronte alle esigenze dei bambini con disabilità che frequentano le scuole lombarde.
Vorremmo essere certi che, alla partenza del prossimo anno scolastico, tutte le scuole abbiano le risorse e le competenze per poter veramente garantire il diritto all'istruzione delle persone con disabilità.
Ci auguriamo ed opereremo affinché la straordinaria trentennale esperienza inclusiva della Scuola italiana possa comparire nel prossimo rapporto alle Nazioni Unite sullo stato dei diritti dei bambini e delle persone con disabilità in Italia, ancora come punto di riferimento mondiale.
Distinti saluti
Fulvio Santagostini
Presidente LEDHA
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mercoledì 26 gennaio 2011
Scrittori contro il #rogodilibri
11:00 | Pubblicato da
Lucia |
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da Carmilla (www.carmillaonline.com)
25 gennaio 2011
[Il testo che segue è stato redatto da una sorta di "coordinamento" formato da scrittori, critici, blogger, pubblicisti, redazioni di riviste letterarie (on-line e cartacee). Hanno contribuito autori che figurano nella "lista nera" veneta e autori che non vi figurano ma sono solidali coi "proscritti". E' un documento liberamente appropriabile e sottoscrivibile da chiunque. Se sei uno scrittore (o qualcosa di simile) e sei contro il rogo, allora sei con gli Scrittori contro il rogo.
Uno scrittore-delegato ha letto in anteprima il testo in quel di Padova il 25 gennaio 2010, all'assemblea cittadina organizzata presso la facoltà di Scienze Politiche, in vista dello sciopero nazionale dei metalmeccanici. Copie del testo appariranno giovedì 27 alle h. 17 di fronte alla biblioteca comunale di Preganziol (TV).
A Preganziol, da diversi giorni (-> dopo un servizio del TG3 nazionale) l'amministrazione comunale leghista si sta -> difendendo dall'accusa di aver fatto "sparire" dalla biblioteca i libri di Roberto Saviano. Il noto autore campano sarebbe inviso ai ragazzuoli in camiciabru verde a causa del suo monologo televisivo sulla Lega Nord che "interloquisce" con la 'ndrangheta. Alcuni cittadini hanno organizzato una manifestazione nel giorno e all'ora di cui sopra, e diversi scrittori - "proscritti" e non - convergeranno su Preganziol per dire la loro.
Questa è una storia "laterale" ma significativa, sintomatica. E' venuta alla luce grazie alla campagna contro le liste di proscrizione della destra veneta. Smuovendo il terreno, si sono trovati cocci di vecchie anfore, che un tempo contenevano pudore e ritegno. Pudore e ritegno che ti facevano pensare due volte, prima di proporre bestialità anti-costituzionali come l'epurazione - ufficiale o "ufficiosa" - delle biblioteche.
La vicenda di Preganziol non ha a che fare direttamente con il caso Battisti: diverso il pretesto, diverso l'autore colpito, diversa la forza politica implicata. Ma l'humus è lo stesso. Il contesto è lo stesso. La logica è la stessa.]
L'iniziativa presa da diversi esponenti politici del Veneto – dall'assessore provinciale veneziano Speranzon all'assessore regionale all'istruzione Donazzan, passando per i pronunciamenti di diversi esponenti politici di minore o maggiore peso politico – è di una gravità senza precedenti.
Prendendo a pretesto la sottoscrizione di un appello nel quale si chiedeva al governo francese di non revocare il diritto d'asilo a Cesare Battisti, la classe dirigente veneta, legittimata dal “liberale” Luca Zaia, ha chiesto prima la rimozione dalle biblioteche pubbliche, e poi dalle scuole pubbliche di TUTTI i libri degli autori firmatari dell'appello, da Massimo Carlotto a Tiziano Scarpa, passando per Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Lello Voce, Pino Cacucci, Christian Raimo, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti, Stefano Tassinari, Wu Ming, e molti altri che non sono finiti nella lista nera solo perché non hanno aggiunto “scrittore” al proprio nome e cognome.
La proclamata volontà, da parte di questi nuovi inquisitori, di reagire contro la decisione del governo brasiliano è pura ipocrisia: la regione Veneto è diventata, proprio negli anni del “caso Battisti”, un importante partner economico del Brasile. Mentre i politici di destra reclamavano a gran voce il boicottaggio delle relazioni Italia-Brasile, la regione Veneto spendeva 185.000 euro per inviare una delegazione al 22° Festival del Turismo di Gramado, che si è tenuto dal 18 al 21 novembre 2010. In realtà Battisti non è l'unico, né il principale, latitante italiano che il Brasile non estrada (e lo stesso varrebbe per molti latitanti brasiliani rifugiatisi in Italia): è solo l'uomo giusto capitato nel posto giusto al momento giusto, quando cioè serviva un'arma di distrazione di massa per riempire le pagine dei giornali e togliere spazio a ben altre informazioni.
Ma sarebbe sbagliato fermarsi qui. Come è emerso grazie all'immediata campagna di informazione promossa da decine di scrittori, senza distinzione tra firmatari dell'appello e non, è da tempo in atto una censura di fatto nelle biblioteche venete, che riguarda autori come Marco Paolini o Roberto Saviano, colpevoli non di aver firmato questo o quell'appello, ma di aver raccontato verità scomode sul Veneto, sulla forza politica che lo governa, e sulle relazioni pericolose tra esponenti leghisti e 'ndrangheta calabrese in Lombardia. La stessa colpa è l'elemento reale che accomuna, al di là dei pretesti ideologici, gli scrittori messi all'indice: raccontare la realtà in un momento in cui chi avrebbe il dovere di farlo trova economicamente e politicamente più comodo spargere la melassa del gossip, della disinformazione, della produzione televisiva di risse a mezzo risse. Opponiamo la narrazione della realtà ai reality show: ecco il nostro crimine.
È questa la ragione per cui si mettono in atto comportamenti illegittimi – vedi la pretesa dell'assessore Donazzan di inviare un atto di indirizzo politico alle scuole; o addirittura illegali – vedi l'invito a commettere il reato di peculato per distrazione di bene pubblico, in cui incorre chi sottrae un bene pubblico, cioè in libro in una biblioteca acquistato con i pubblici denari. Che questo avvenga ad opera di persone che rivestono cariche pubbliche potrebbe forse sorprendere: ma non sorprende di certo noi.
Chi sono, infatti, i personaggi di cui stiamo parlando?
Sono ex-fascisti, o post-fascisti, che non si sono fatti scrupolo di solidarizzare con i Serenissimi che assaltarono, con l'ausilio di un Tank blindato, il Campanile di S. Marco (Speranzon); che hanno rifiutato il consenso a un documento votato dall'intero consiglio regionale veneto (maggioranza e opposizioni) perché conteneva il richiamo a valori quali “antifascismo” e “resistenza” (Donazzan); che non si vergognano di presenziare a raduni fascisti in onore della X Mas, o di intimare all'attore ebreo Moni Ovadia, di non avere titolo per parlare di cristianesimo in una trasmissione televisiva (Donazzan). In tutta evidenza, il fascismo questi signori e signore non l'hanno “alle spalle” ma sulle spalle.
Se poi andiamo al tono delle dichiarazioni – quella di Gianantonio Da Re, segretario provinciale della Lega di Treviso, che ha invitato a dare Gomorra in pasto ai roditori di cui sembra abbondino le cantine trevigiane, e dei quali il Da Re dev'essere esperto; o quella dell'ineffabile Speranzon, che dichiara di essersi ripromesso di leggere Gomorra, cosa che potrebbe venire utile a chi volesse fare l'assessore alla cultura; per non parlare delle dichiarazioni sul relativismo e il nichilismo del cattolicissimo assessore Donazzan:
Se prestiamo attenzione a questi linguaggi, e ai cervelli che li governano – perché la lingua batte se la mente vuole – capiamo anche di quale fascismo stiamo parlando: fascisti si, ma “Fascisti su Marte”.
O forse è Marte ad essere arrivato se non sulla Terra, in Italia, o quantomeno in Veneto? Come scriveva il 22 gennaio scorso sul “Corriere del Veneto” Umberto Curi, un assessore
Sarebbe infatti molto grave che chi esercita il potere politico detenesse il potere di discriminare le idee politiche a seconda della vicinanza o lontananza col sentire del potere; sarebbe molto grave anche se non stessimo parlando di una persona che definisce i combattenti di Salò “la mia parte politica”.
Sarebbe molto grave se la semplice manifestazione di un'idea potesse sovradeterminare l'intera persona dell'autore, la sua storia, la sua produzione intellettuale, la sua figura pubblica; lo sanno, questi signori Speranzon e Donazzan, che l'autore dei Demoni e dei Fratelli Karamazov era stato militante di un gruppo terroristico? Vogliamo dunque bandire Dostoevskij dalle biblioteche come “cattivo maestro”?
Sarebbe molto grave se questo potere venisse esercitato per operare un controllo preventivo sulle idee, facendo intendere che una presa di posizione oggi potrà essere usata domani contro l'autore, a seconda delle mutate condizioni politiche.
Sarebbe molto grave se la circolazione delle idee che viene garantita e resa pubblica dall'esistenza di scuole e biblioteche divenisse una funzione disciplinata dal potere; se persino le adozioni scolastiche dovessero diventare qualcosa di cui rendere conto al potere; se quel “se ne assumeranno la responsabilità” pronunciato dall'assessore Speranzon contro gli eventuali obiettori al suo diktat censorio diventasse la regola in base alla quale si regolamenta il diritto al lavoro nelle istituzioni pubbliche; se insegnanti, bibliotecari, e – perché no? – librai venissero assunti o licenziati in base alla propria capacità di assoggettarsi alla disciplina imposta.
Sarebbe molto grave persino se avvenisse su Marte.
Ma qui, in Italia, in Veneto, non sta forse già succedendo? Con la riforma dell'Università, le Regioni entreranno all'interno delle Fondazioni e dei Consigli di Amministrazione delle Università; e capiterà che un assessore abbia potere decisionale non solo sull'assegnazione dei fondi all'istruzione, ma anche sulla gestione dei fondi assegnati; persino un assessore come Elena Donazzan, che crede – e lo dice in pubblico – che antifascismo e resistenza non siano valori costituzionali perché non ha trovato nella Costituzione queste due parole, potrà con il suo voto decidere i destini della formazione universitaria.
Non sta forse già succedendo che i diritti dei lavoratori siano seriamente minacciati da una serie di norme – dal Collegato Sacconi sul Lavoro al Contratto Mirafiori, passando per i nuovi regolamenti, come il cosiddetto decreto Brunetta, che limitano i diritti dei dipendenti pubblici? Che la vita stessa dei lavoratori sia sempre più precaria e insicura, che il lavoro sia sempre più nocivo, sia sempre più strumento di asservimento e sempre meno finalizzato alla realizzazione della persona umana? Come la vita e il lavoro, anche la cultura è sempre più in pericolo, sempre più esposta al controllo disciplinare, alla nocività, alla precarietà. Il solo raccontare la realtà – lo abbiamo già detto, lo ripetiamo – è un atto di insubordinazione contro il potere disciplinare: è quello che noi scrittori abbiamo sempre fatto, che continuiamo a fare, che promettiamo di non smettere di fare. Agli studenti, precari, operai, intermittenti e insubordinati che in questi giorni preparano le prossime lotte chiediamo di combattere la nostra battaglia, così come noi combattiamo la loro.
Ai tanti colleghi della scrittura, della musica, delle arti, della cultura e della conoscenza, che per la posizione di privilegio che credono di avere acquisito, per pigrizia, per ignavia, o anche per supponenza o viltà ancora non hanno fatto sentire la propria voce diciamo di alzare il culo, adesso: se non ora, quando?
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da Carmilla (www.carmillaonline.com)
25 gennaio 2011
SCRITTORI CONTRO IL #ROGODILIBRI
Uno scrittore-delegato ha letto in anteprima il testo in quel di Padova il 25 gennaio 2010, all'assemblea cittadina organizzata presso la facoltà di Scienze Politiche, in vista dello sciopero nazionale dei metalmeccanici. Copie del testo appariranno giovedì 27 alle h. 17 di fronte alla biblioteca comunale di Preganziol (TV).
A Preganziol, da diversi giorni (-> dopo un servizio del TG3 nazionale) l'amministrazione comunale leghista si sta -> difendendo dall'accusa di aver fatto "sparire" dalla biblioteca i libri di Roberto Saviano. Il noto autore campano sarebbe inviso ai ragazzuoli in camicia
Questa è una storia "laterale" ma significativa, sintomatica. E' venuta alla luce grazie alla campagna contro le liste di proscrizione della destra veneta. Smuovendo il terreno, si sono trovati cocci di vecchie anfore, che un tempo contenevano pudore e ritegno. Pudore e ritegno che ti facevano pensare due volte, prima di proporre bestialità anti-costituzionali come l'epurazione - ufficiale o "ufficiosa" - delle biblioteche.
La vicenda di Preganziol non ha a che fare direttamente con il caso Battisti: diverso il pretesto, diverso l'autore colpito, diversa la forza politica implicata. Ma l'humus è lo stesso. Il contesto è lo stesso. La logica è la stessa.]
L'iniziativa presa da diversi esponenti politici del Veneto – dall'assessore provinciale veneziano Speranzon all'assessore regionale all'istruzione Donazzan, passando per i pronunciamenti di diversi esponenti politici di minore o maggiore peso politico – è di una gravità senza precedenti.
Prendendo a pretesto la sottoscrizione di un appello nel quale si chiedeva al governo francese di non revocare il diritto d'asilo a Cesare Battisti, la classe dirigente veneta, legittimata dal “liberale” Luca Zaia, ha chiesto prima la rimozione dalle biblioteche pubbliche, e poi dalle scuole pubbliche di TUTTI i libri degli autori firmatari dell'appello, da Massimo Carlotto a Tiziano Scarpa, passando per Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Lello Voce, Pino Cacucci, Christian Raimo, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti, Stefano Tassinari, Wu Ming, e molti altri che non sono finiti nella lista nera solo perché non hanno aggiunto “scrittore” al proprio nome e cognome.
La proclamata volontà, da parte di questi nuovi inquisitori, di reagire contro la decisione del governo brasiliano è pura ipocrisia: la regione Veneto è diventata, proprio negli anni del “caso Battisti”, un importante partner economico del Brasile. Mentre i politici di destra reclamavano a gran voce il boicottaggio delle relazioni Italia-Brasile, la regione Veneto spendeva 185.000 euro per inviare una delegazione al 22° Festival del Turismo di Gramado, che si è tenuto dal 18 al 21 novembre 2010. In realtà Battisti non è l'unico, né il principale, latitante italiano che il Brasile non estrada (e lo stesso varrebbe per molti latitanti brasiliani rifugiatisi in Italia): è solo l'uomo giusto capitato nel posto giusto al momento giusto, quando cioè serviva un'arma di distrazione di massa per riempire le pagine dei giornali e togliere spazio a ben altre informazioni.
Ma sarebbe sbagliato fermarsi qui. Come è emerso grazie all'immediata campagna di informazione promossa da decine di scrittori, senza distinzione tra firmatari dell'appello e non, è da tempo in atto una censura di fatto nelle biblioteche venete, che riguarda autori come Marco Paolini o Roberto Saviano, colpevoli non di aver firmato questo o quell'appello, ma di aver raccontato verità scomode sul Veneto, sulla forza politica che lo governa, e sulle relazioni pericolose tra esponenti leghisti e 'ndrangheta calabrese in Lombardia. La stessa colpa è l'elemento reale che accomuna, al di là dei pretesti ideologici, gli scrittori messi all'indice: raccontare la realtà in un momento in cui chi avrebbe il dovere di farlo trova economicamente e politicamente più comodo spargere la melassa del gossip, della disinformazione, della produzione televisiva di risse a mezzo risse. Opponiamo la narrazione della realtà ai reality show: ecco il nostro crimine.
È questa la ragione per cui si mettono in atto comportamenti illegittimi – vedi la pretesa dell'assessore Donazzan di inviare un atto di indirizzo politico alle scuole; o addirittura illegali – vedi l'invito a commettere il reato di peculato per distrazione di bene pubblico, in cui incorre chi sottrae un bene pubblico, cioè in libro in una biblioteca acquistato con i pubblici denari. Che questo avvenga ad opera di persone che rivestono cariche pubbliche potrebbe forse sorprendere: ma non sorprende di certo noi.
Chi sono, infatti, i personaggi di cui stiamo parlando?
Sono ex-fascisti, o post-fascisti, che non si sono fatti scrupolo di solidarizzare con i Serenissimi che assaltarono, con l'ausilio di un Tank blindato, il Campanile di S. Marco (Speranzon); che hanno rifiutato il consenso a un documento votato dall'intero consiglio regionale veneto (maggioranza e opposizioni) perché conteneva il richiamo a valori quali “antifascismo” e “resistenza” (Donazzan); che non si vergognano di presenziare a raduni fascisti in onore della X Mas, o di intimare all'attore ebreo Moni Ovadia, di non avere titolo per parlare di cristianesimo in una trasmissione televisiva (Donazzan). In tutta evidenza, il fascismo questi signori e signore non l'hanno “alle spalle” ma sulle spalle.
Se poi andiamo al tono delle dichiarazioni – quella di Gianantonio Da Re, segretario provinciale della Lega di Treviso, che ha invitato a dare Gomorra in pasto ai roditori di cui sembra abbondino le cantine trevigiane, e dei quali il Da Re dev'essere esperto; o quella dell'ineffabile Speranzon, che dichiara di essersi ripromesso di leggere Gomorra, cosa che potrebbe venire utile a chi volesse fare l'assessore alla cultura; per non parlare delle dichiarazioni sul relativismo e il nichilismo del cattolicissimo assessore Donazzan:
«perché in Italia non si ruba e non si uccide, perché abbiamo questo senso della famiglia, perché il rapporto deve essere imperniato sul rispetto e sul perdono? Questi sono i principi comportamentali di chi vive in Italia, derivano da un approccio culturale alla religione cattolica, non derivano da altre religioni...»
Se prestiamo attenzione a questi linguaggi, e ai cervelli che li governano – perché la lingua batte se la mente vuole – capiamo anche di quale fascismo stiamo parlando: fascisti si, ma “Fascisti su Marte”.
O forse è Marte ad essere arrivato se non sulla Terra, in Italia, o quantomeno in Veneto? Come scriveva il 22 gennaio scorso sul “Corriere del Veneto” Umberto Curi, un assessore
«non è, non deve essere, più un esponente di una parte politica, libero di perseguire i propri obbiettivi più o meno nobili e di coltivare le proprie antipatie. [...] Compito di chi eserciti il referato all’istruzione è quello di operare perché cultura, aggiornamento, istruzione, formazione, si diffondano quanto più ampiamente possibile. Mentre a lei non compete affatto stabilire quali letture debbano essere fatte e quali evitate, quali libri debbano essere letti e quali invece cancellati o proibiti. Non si tratta di una sottigliezza, ma dell’interpretazione corretta di un ruolo in se stesso molto delicato, per il quale non sono possibili sbandamenti, come quello di cui ora si discute».
Sarebbe infatti molto grave che chi esercita il potere politico detenesse il potere di discriminare le idee politiche a seconda della vicinanza o lontananza col sentire del potere; sarebbe molto grave anche se non stessimo parlando di una persona che definisce i combattenti di Salò “la mia parte politica”.
Sarebbe molto grave se la semplice manifestazione di un'idea potesse sovradeterminare l'intera persona dell'autore, la sua storia, la sua produzione intellettuale, la sua figura pubblica; lo sanno, questi signori Speranzon e Donazzan, che l'autore dei Demoni e dei Fratelli Karamazov era stato militante di un gruppo terroristico? Vogliamo dunque bandire Dostoevskij dalle biblioteche come “cattivo maestro”?
Sarebbe molto grave se questo potere venisse esercitato per operare un controllo preventivo sulle idee, facendo intendere che una presa di posizione oggi potrà essere usata domani contro l'autore, a seconda delle mutate condizioni politiche.
Sarebbe molto grave se la circolazione delle idee che viene garantita e resa pubblica dall'esistenza di scuole e biblioteche divenisse una funzione disciplinata dal potere; se persino le adozioni scolastiche dovessero diventare qualcosa di cui rendere conto al potere; se quel “se ne assumeranno la responsabilità” pronunciato dall'assessore Speranzon contro gli eventuali obiettori al suo diktat censorio diventasse la regola in base alla quale si regolamenta il diritto al lavoro nelle istituzioni pubbliche; se insegnanti, bibliotecari, e – perché no? – librai venissero assunti o licenziati in base alla propria capacità di assoggettarsi alla disciplina imposta.
Sarebbe molto grave persino se avvenisse su Marte.
Ma qui, in Italia, in Veneto, non sta forse già succedendo? Con la riforma dell'Università, le Regioni entreranno all'interno delle Fondazioni e dei Consigli di Amministrazione delle Università; e capiterà che un assessore abbia potere decisionale non solo sull'assegnazione dei fondi all'istruzione, ma anche sulla gestione dei fondi assegnati; persino un assessore come Elena Donazzan, che crede – e lo dice in pubblico – che antifascismo e resistenza non siano valori costituzionali perché non ha trovato nella Costituzione queste due parole, potrà con il suo voto decidere i destini della formazione universitaria.
Non sta forse già succedendo che i diritti dei lavoratori siano seriamente minacciati da una serie di norme – dal Collegato Sacconi sul Lavoro al Contratto Mirafiori, passando per i nuovi regolamenti, come il cosiddetto decreto Brunetta, che limitano i diritti dei dipendenti pubblici? Che la vita stessa dei lavoratori sia sempre più precaria e insicura, che il lavoro sia sempre più nocivo, sia sempre più strumento di asservimento e sempre meno finalizzato alla realizzazione della persona umana? Come la vita e il lavoro, anche la cultura è sempre più in pericolo, sempre più esposta al controllo disciplinare, alla nocività, alla precarietà. Il solo raccontare la realtà – lo abbiamo già detto, lo ripetiamo – è un atto di insubordinazione contro il potere disciplinare: è quello che noi scrittori abbiamo sempre fatto, che continuiamo a fare, che promettiamo di non smettere di fare. Agli studenti, precari, operai, intermittenti e insubordinati che in questi giorni preparano le prossime lotte chiediamo di combattere la nostra battaglia, così come noi combattiamo la loro.
Ai tanti colleghi della scrittura, della musica, delle arti, della cultura e della conoscenza, che per la posizione di privilegio che credono di avere acquisito, per pigrizia, per ignavia, o anche per supponenza o viltà ancora non hanno fatto sentire la propria voce diciamo di alzare il culo, adesso: se non ora, quando?
Scrittori contro il rogo, Italia, 25 gennaio 2011
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lunedì 24 gennaio 2011
L'amministrazione di Preganziol contro ladri ignoti
21:55 | Pubblicato da
Lucia |
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Leggo da Lipperatura e riporto immediatamente, manteniamoci attenti.
PER EMME, E PER TUTTI NOI
24 gennaio 2011
Questa dunque la versione dell’amministrazione di Preganziol, che trovate sulla Tribuna di Treviso. La copia di “Gomorra” sarebbe stata “rubata” dalla bibliotecaria. Qui il video.
I fatti.
Questa mattina viene fatta una conferenza stampa. “Emme” non ne sa nulla. Ma in biblioteca ricompaiono di colpo due dei libri di Saviano che erano stati tolti dagli scaffali, l’audiolibro di “Gomorra” e l’intervista. Manca la copia cartacea di “Gomorra”. Come leggerete, gli amministratori gettano le colpe proprio su Emme, minacciando denunce.
Vediamo i fatti. Quando viene ordinato di eliminare i libri di Saviano perché non graditi al sindaco, la copia di “Gomorra” era in prestito. Al ritorno, Emme la mette al sicuro e la riporta in biblioteca il 16 dicembre, “per poi controllare ogni giorno fino al 23 che fosse ancora lì, con mio grande sollievo”.
Quando torna dalle ferie, il 7 gennaio, “la prima cosa che ho fatto è stata naturalmente controllare la presenza del libro, non c’era, ho guardato se era in prestito e non c’era. Né peraltro c’erano gli altri due”.
Il coraggio di Emme rischia dunque di ritorcersi contro di lei: non con una semplice sanzione per aver fatto entrare i giornalisti del Tg3 o aver parlato in questo blog. Viene addirittura accusata di furto.
Questo è un appello. Fate circolare questa notizia. E, soprattutto, andate a Preganziol, giovedì 27 gennaio alle ore 17: l’iniziativa è nata da un blogger e la trovate qui. Se siete veneti, siate presenti. Comunque, inviate mail e commenti alla Tribuna di Treviso. Siateci, in qualunque modo.
Vi pregherei di leggere e diffondere.
Qui per chi non lo ricordasse o sapesse l'inizio della vicenda.
Grazie a tutti.
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A Preganziol con la Costituzione e un libro di Saviano
10:23 | Pubblicato da
Lucia |
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da www.busettodavide.blogspot.com (qui)
Saviano espulso da Preganziol...
domenica 23 gennaio 2011
I libri di Saviano introvabili nella biblioteca comunale di Preganziol, spariti. La giunta PDL-Lega ha deciso cosa i cittadini devono leggere e cosa non devono leggere! Marton dopo aver inondato di cemento Treviso e provincia sperimenta la censura eliminando i libri. L'ordine di togliere dagli scaffali i testi di Saviano - secondo numerose fonti vicine all'amministrazione - sarebbe stato dato direttamente alla responsabile della biblioteca di via Gramsci dall'assessore alla cultura, il leghista Roberto Zamberlan, dopo un colloquio con Marton. Non un ordine scritto. Ma verbale. Da gente che parla con i microfoni spenti durante i consigli comunali per non essere registrati dobbiamo aspettarci questo e altro. L'assessore alla cultura, il signor Ballista (o Zamberlan, è uguale) dimostra come la Lega di governo ormai sia ben distante dalle sue origini, quelle di "Roma Ladrona" e "Berlusconi sei un mafioso? Rispondi!"! Vietare i libri di Saviano in biblioteca comunale dimostra come la Lega si sia allineata al padrone, tener nascosto ai cittadini i fatti riguardanti la mafia con tutti i mezzi possibili vuol dire preservare gli affari loschi di Berlusconi e quindi della Lega Nord! Se il sindaco va tanto fiero del suo partito e del suo operato dovrebbe invece che proibire i libri incentivarne la lettura. In fondo Saviano parla di mafia, Maroni ci ha confermato in prima serata che qua al nord non esiste, cosa dovrebbe temere Marton?! Che Maroni spari cazzate?! E' quasi di consolazione che tale ordine provenga da una coppietta (Marton e Zamberlan) che si fa portare alle piscine con l'auto dei vigili per "motivi istituzionali", cioè prendere il caffè e commentare come farebbero due vecchietti al bar vedendo delle ragazze che nuotano in fondo, è cultura pure quella.
Fortunatamente c'è chi ha preso subito le difese nel comune e ha organizzato un'iniziativa per giovedì 27 Gennaio alle ore 17 di fronte alla biblioteca comunale di Preganziol.
Iniziativa:
Stiamo dalla parte della Costituzione - Stiamo dalla parte di Saviano
Iniziativa che non ha, e non deve avere nessun colore politico.
Si chiede massima diffusione e massima partecipazione.
Grazie
Gli organizzatori
quando: giovedì 27 gennaio · 17.00 - 20.00
dove: Biblioteca comunale di Preganziol
La società civile si ribella alla censura messa in atto dalla Giunta Regionale del Veneto e dall'Amministrazione Comunale di Preganziol che, creando un indice dei libri sgraditi e facendo sparire i volumi dai luoghi pubblici, limitano pesantemente la diffusione della cultura e del libero pensiero.
I cittadini di ogni cultura rivendicano il loro diritto ad essere informati e a poter scegliere e pretendono che nessuno limiti la loro libertà.
Per questo giovedì 27 Gennaio alle ore 17 si invitano tutti coloro che hanno a cuore i diritti fondamentali di ogni cittadino, a recarsi presso la biblioteca pubblica di Preganziol, in via Gramsci, con una copia della Costituzione e una copia di un testo di Roberto Saviano, per richiedere il prestito dei libri "sgraditi".
"Articolo 21 della Costituzione Italiana: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. "
SCARICA QUI IL VOLANTINO:
Grazie a busettodavide: Saviano espluso da Preganziol...: "I libri di Saviano introvabili nella biblioteca comunale di Preganziol, spariti. La giunta PDL-Lega ha deciso cosa i cittadini devono legge..."
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Saviano espulso da Preganziol...
domenica 23 gennaio 2011
I libri di Saviano introvabili nella biblioteca comunale di Preganziol, spariti. La giunta PDL-Lega ha deciso cosa i cittadini devono leggere e cosa non devono leggere! Marton dopo aver inondato di cemento Treviso e provincia sperimenta la censura eliminando i libri. L'ordine di togliere dagli scaffali i testi di Saviano - secondo numerose fonti vicine all'amministrazione - sarebbe stato dato direttamente alla responsabile della biblioteca di via Gramsci dall'assessore alla cultura, il leghista Roberto Zamberlan, dopo un colloquio con Marton. Non un ordine scritto. Ma verbale. Da gente che parla con i microfoni spenti durante i consigli comunali per non essere registrati dobbiamo aspettarci questo e altro. L'assessore alla cultura, il signor Ballista (o Zamberlan, è uguale) dimostra come la Lega di governo ormai sia ben distante dalle sue origini, quelle di "Roma Ladrona" e "Berlusconi sei un mafioso? Rispondi!"! Vietare i libri di Saviano in biblioteca comunale dimostra come la Lega si sia allineata al padrone, tener nascosto ai cittadini i fatti riguardanti la mafia con tutti i mezzi possibili vuol dire preservare gli affari loschi di Berlusconi e quindi della Lega Nord! Se il sindaco va tanto fiero del suo partito e del suo operato dovrebbe invece che proibire i libri incentivarne la lettura. In fondo Saviano parla di mafia, Maroni ci ha confermato in prima serata che qua al nord non esiste, cosa dovrebbe temere Marton?! Che Maroni spari cazzate?! E' quasi di consolazione che tale ordine provenga da una coppietta (Marton e Zamberlan) che si fa portare alle piscine con l'auto dei vigili per "motivi istituzionali", cioè prendere il caffè e commentare come farebbero due vecchietti al bar vedendo delle ragazze che nuotano in fondo, è cultura pure quella.
Fortunatamente c'è chi ha preso subito le difese nel comune e ha organizzato un'iniziativa per giovedì 27 Gennaio alle ore 17 di fronte alla biblioteca comunale di Preganziol.
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Si chiede massima diffusione e massima partecipazione.
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dove: Biblioteca comunale di Preganziol
La società civile si ribella alla censura messa in atto dalla Giunta Regionale del Veneto e dall'Amministrazione Comunale di Preganziol che, creando un indice dei libri sgraditi e facendo sparire i volumi dai luoghi pubblici, limitano pesantemente la diffusione della cultura e del libero pensiero.
I cittadini di ogni cultura rivendicano il loro diritto ad essere informati e a poter scegliere e pretendono che nessuno limiti la loro libertà.
Per questo giovedì 27 Gennaio alle ore 17 si invitano tutti coloro che hanno a cuore i diritti fondamentali di ogni cittadino, a recarsi presso la biblioteca pubblica di Preganziol, in via Gramsci, con una copia della Costituzione e una copia di un testo di Roberto Saviano, per richiedere il prestito dei libri "sgraditi".
Stiamo dalla parte della Costituzione - Stiamo dalla parte di Saviano
"Articolo 21 della Costituzione Italiana: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria [cfr. art.111 c.1] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. "
GIOVEDI' 27 GENNAIO ALLE ORE 17 TUTTI DAVANTI ALLA BIBLIOTECA COMUNALE DI PREGANZIOL CON IN MANO UNA COPIA DELLA COSTITUZIONE E UNA COPIA DI UN LIBRO DI SAVIANO!
SCARICA QUI IL VOLANTINO:
Grazie a busettodavide: Saviano espluso da Preganziol...: "I libri di Saviano introvabili nella biblioteca comunale di Preganziol, spariti. La giunta PDL-Lega ha deciso cosa i cittadini devono legge..."
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domenica 23 gennaio 2011
L'eco del silenzio su Radio Libriamoci Web: #rogodilibri - Libri per essere LIBERI
21:09 | Pubblicato da
Lucia |
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L'eco del silenzio
su Radio Libriamoci Web
da Domenica 23 Gennaio 2011
h. 23,00
in replica tutti i giorni
h. 23,00
in replica tutti i giorni
h. 10,30 - 17,30 - 23,00
www.rlwebradio.com
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Libri per essere LIBERI
di Lucia Capparrucci
Questa settimana sono costretta a darvi una notizia che la televisione (vale a dire il mezzo d'informazione per eccellenza della maggior parte delle persone) ha ignorato quasi completamente.
Credo sappiate, se avete già ascoltato questo spazio, quanta e quale importanza rivesta per me la lettura, non a caso concludo sempre augurandovi "frenetiche letture" senza ulteriori precisazioni, perché è l'attività in sé ad elevarci nel momento in cui decidiamo di voler sapere di più o sollecitare il nostro immaginario.
Questa settimana però nel rivolgervi quel medesimo invito, per la prima volta do all'aggettivo frenetiche il senso del tempo che incalza e scalpita, perché potrebbe non essere sufficiente.
Per la prima volta, da che ho memoria, mi trovo ad avere paura possa arrivare un giorno in cui non sarò più libera di scegliere cosa leggere, ho scoperto che la mia libertà di andare in una biblioteca e scegliere uno dei libri presenti a catalogo o di studiare un autore contemporaneo proposto da un professore è una libertà fragile, perché in pochi la proteggono e sono disposti a lottare per mantenerla, sebbene sia ormai un diritto consolidato, almeno da un punto di vista giuridico, anzi costituzionale.
Questa settimana degli uomini eletti per essere al servizio, tanto dei loro elettori quanto della popolazione tutta, hanno scambiato le loro responsabilità con il diritto divino, decidendo di potersi permettere di dire cosa sia da leggere e cosa non lo sia, cosa si possa proporre agli studenti e cosa no, chi siano i "cattivi maestri" e forse per eliminazione quali i buoni, cosa debba trovare spazio negli scaffali di una biblioteca e cosa non possa.
Degli uomini con molta presunzione e poco rispetto, oltre che lungimiranza o memoria, hanno provato e pensato di poter mettere al bando dei libri per colpire degli uomini e le loro idee, vale a dire gli autori di quelle opere, con il cui pensiero dissentono.
E' accaduto in Veneto, ma la deriva e il liberticidio che questa proposta porta con sè vanno molto al di là dei confini territoriali, sono il sintomo di uno Stato nel quale alcuni suoi rappresentanti hanno perso non solo la bussola, ma anche l'idea stessa di democrazia.
Fa male leggere la dichiarazione rilasciata da Sepulveda due giorni dopo l'inizio di questo strazio, si è sentito in dovere di dire qualcosa su una vicenda così grave, dovere condiviso da tanti dei nostri intellettuali, scrittori e traduttori, non necessariamente presenti nella lista degli epurati, ma è ovvia l'urgenza di quelle dichiarazioni, perché quando si tenta di togliere il diritto di scelta al lettore, si commette un atto che porta in sé l'imperativo a reagire e ad opporsi.
Vi do una breve cronologia dei fatti:
- 15 gennaio 2011 un consigliere comunale di Martellago (provincia di Venezia), Paride Costa eletto con il Pdl, e un cittadino, Roberto Bovo chiedono di eliminare dalle biblioteche pubbliche della provincia di Venezia tutte le opere e i romanzi dei firmatari di appelli per Cesare Battisti (qui);
- Il giorno stesso la proposta viene accolta e amplificata dall'assessore alla Cultura della Provincia di Venezia con delega alle Biblioteche, Raffaele Speranzon che afferma:
«Scriverò agli assessori alla Cultura dei Comuni del Veneziano perché queste persone siano dichiarate sgradite e chiederò loro, dato anche che le biblioteche civiche sono inserite in un sistema provinciale, che le loro opere vengano ritirate dagli scaffali: è necessario un segnale forte dalla politica per condannare il comportamento di questi intellettuali che spalleggiando un terrorista». Aggiungendo poi: «Chiederò di non promuovere la presentazione dei libri scritti da questi autori: ogni Comune potrà agire come crede, ma dovrà assumersene le responsabilità. Inoltre come consigliere comunale a Venezia, presenterò una mozione perché Venezia dia l'esempio per prima».
Pieno appoggio alle posizioni di Costa, Bovo e Speranzon viene poi da Franco Maccari, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, che per primo aveva pubblicato la "lista nera" invitando a non comprare le opere dei firmatari dell'appello (qui).
- 17 gennaio 2011 la presidente della provincia di Venezia Francesca Zaccariotto prende le distanze dall’assessore alla cultura Speranzon intervendo a Fahrenheit, programma di Radio3: “Ritengo che quella di Speranzon sia un’iniziativa a titolo personale e non espressa nel suo ruolo istituzionale. Qualora presentasse la proposta in giunta, sappia che la provincia di Venezia non la sosterrà. Le biblioteche sono un luogo libero”.
- 19 gennaio 2011 l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan (e qui), dichiara: «Nei prossimi giorni invierò a tutti gli istituti superiori del Veneto una lettera in cui esorterò insegnanti e bibliotecari a non diffondere tra i ragazzi i libri di questi autori. Sono diseducativi». Per replicare poi a chi parla di censura con: «La chiamassero come vogliono. Di sicuro è una censura morale. Nessun obbligo, beninteso, ma un indirizzo politico: voglio evitare che i ragazzi vengano a contatto con le idee di chi difende a spada tratta un furfante, un delinquente, un assassino conclamato», forte anche delle dichiarazioni del governatore Zaia, che riferendosi implicitamente agli autori incriminati ha detto: «Non ho alcuna difficoltà a confermare che ci sono delle persone che oggi non ci rappresentano degnamente» (qui).
L'assessore Donazzan in un intervista rilasciata al quotidiano gratuito Metro afferma: «Magari fossi nella condizione di fare una lista di libri proibiti!» e nella lettera firmata da Bovo e dall'assessore comunale Costa si legge: "Noi vogliamo stare dalla parte dei buoni perché sono loro i nostri eroi".
Credo siano esempi di ciò che si rischia ad avere una cultura monotematica e soprattutto monocromatica. Vorrei inoltre che fosse ben chiaro che il caso Battisti e la lista sono pretesti, non esiste una ragione che sia una, che possa giustificare l'eliminazione di un testo da una biblioteca. Le idee che non ci vedono concordi si confutano con altre idee e momenti di confronto, non certo con l'abolizione dei testi della persona con cui si è in dissenso, questo è ovvio fra persone civili, o almeno credevo.
Un’ultima notizia sempre dal Veneto, in una biblioteca della provincia di Treviso a seguito della messa in onda del programma di rai3 Vieni via con me, i libri di Roberto Saviano sono stati tolti dagli scaffali sebbene risultino a catalogo, questo a causa dei malumori del sindaco leghista. Sempre in quella stessa biblioteca stavano catalogando le opere di Marco Paolini, fatto che una volta noto all’assessore alla Cultura lo ha portato ad esprimere malumori simili a quelli del sindaco, tanto da chiedere di essere informato in anticipo sugli acquisti librari, per dare il proprio parere vincolante e insindacabile.
-----------------
Dal sito di Michela Murgia, www.michelamurgia.com
giovedì 20 gennaio 2011
Si sta come d'inverno i libri in biblioteca
Non c’è che una notizia da dare, ed è lui.
Non c’è che una storia da trasmettere, ed è la sua, dettaglio per dettaglio.
Il resto a pagina 32, se avanza posto.
È così che questo paese ha lasciato che Berlusconi diventasse il solo parametro del suo bene e del suo male, l’unica misura della sua indignazione o della sua assuefazione. Come stupirsi se i suoi problemi sono diventati nostri, o se le parole più familiari ce le siamo ritrovate davanti svuotate di senso e privatizzate sotto nuovo copyright?
Così, se un assessore si sveglia la mattina e dice che i libri di certi autori vanno tolti dalle biblioteche e dalle scuole della sua provincia, succede che in un paese che ha perso la bussola i giornali pensino che questa sia una notizia da pagina “culturale”. In qualunque altro posto sarebbe cronaca, la cronaca nera di un paese sbandato, capace di scambiare la censura per recensione, la proscrizione per dibattito, la ritorsione per lezione di moralità.
Nel migliore dei casi la notizia finisce dentro un’altra narrazione, quella del caso Battisti, ottenendo di far diventare centrale un’occorrenza che è solo un pretesto. Che sia un pretesto lo evidenzia il fatto che i bibliotecari stanno già subendo - e in qualche caso denunciando – pressioni politiche per togliere dagli scaffali anche autori che con l’appello per Battisti non hanno nulla a che fare. Funziona così. Oggi l’assessore pensa che cinquanta autori siano “cattivi maestri” e "difensori dei terroristi", e vadano zittiti. Domani un altro in Piemonte penserà magari che Beppino Englaro è diseducativo per i giovani, e va zittito. Poi un altro in Friuli si sveglierà pensando che il tale autore musulmano va levato dalle biblioteche perché la cultura islamica è fondamentalista e contamina l’inclusiva e aperta cultura italiana. E' così che funziona. Per questo il nome di Battisti è una scusa. Domani sarà il nome di altro. Il mio, il tuo, il vostro, uno per ogni testa di assessore di questo mondo.
Per questo rifiuto i tentativi di spostare la questione su chi ha firmato a suo favore, e non accetterò nessun invito – Speranzon ha detto ai giornalisti che me lo avrebbe fatto pervenire - a partecipare a dibattiti che parlano di lui. Non ho firmato appelli per Battisti e penso che chi ha commesso un reato debba scontare la sua pena. Ma questo non c'entra niente col fatto che chi crede che nel 2004 a Battisti sarebbe spettato l’asilo politico in Francia abbia il sacrosanto diritto di dirlo senza rischiare di essere epurato dalle biblioteche pubbliche, né subito né sette anni dopo. E se qualcuno pensa che sia un diritto ovvio, è solo perché non ha ancora capito che in questo paese di ovvio non c’è più niente. La fine di un regno non è terra ferma, ma un tempo nebbioso dove il concetto di stabilità va rifondato con cautela. Alla fine di questa palude gli unici punti fermi su cui potremmo contare saranno quelli da cui ci siamo rifiutati di spostare il piede.
-----------------
20 gennaio 2011
Il paese dei libri vietati
di Carlo Lucarelli
La vicenda è più complessa di come appare, e lo è almeno in tre punti.
Come appare: l’assessore provinciale alla cultura di Venezia prima e l’assessore regionale veneto poi hanno invitato biblioteche e scuole a mettere al bando in quanto “cattivi esempi” gli autori firmatari di un appello a favore di Cesare Battisti circolato nel 2004. Un’iniziativa che è stata stigmatizzata da molti come la solita provocazione di certi amministratori del nord est.
I punti da approfondire.
Primo: l’appello del 2004 non era così genericamente “a favore” di Cesare Battisti. Era più complesso e passava attraverso quel caso per discutere di terrorismo, anni di piombo, legislazione passata e attuale. Ed era un appello legittimo, qualunque sia il giudizio che ognuno di noi può avere sul “caso Battisti”.
Secondo: questa storia non riguarda solo gli autori che hanno firmato l’appello. Io non l’ho fatto e non lo farei, ma mi sento ugualmente coinvolto quando qualcuno stabilisce arbitrariamente liste di proscrizione mettendo al bando libri definiti “diseducativi” non per quello che contengono - e anche in quel caso il giudizio spetterebbe soltanto ai lettori - ma perché le convinzioni personali degli autori non sono ritenute in linea con quelle di chi detiene il potere. Visto il numero crescente di autori che si stanno opponendo - anche a livello internazionale - a questa iniziativa censoria non credo di essere il solo a pensarla così.
Terzo: questa non è la solita provocazione. Bandire i libri è la conseguenza coerente di un modo di pensare stupido, ignorante, intollerante e pericoloso e che ha come obbiettivo un progetto preciso. Che storicamente già sappiamo cosa produce: roghi di libri, autori perseguitati e biblioteche vuote.
-----------------
Per approfondire:
Lipperatura:
Elenco parziale dei libri proibiti
Wu Ming su #rogodilibri:
Da Venezia partono i roghi di libri. Vogliamo fare qualcosa?
Aggiornamento sul #rogodilibri veneziano: cosa siamo riusciti a fare
Il #rogodilibri e la sottovalutazione del pericolo. Un’analisi
Wu Ming su #rogodilibri:
Da Venezia partono i roghi di libri. Vogliamo fare qualcosa?
Aggiornamento sul #rogodilibri veneziano: cosa siamo riusciti a fare
Il #rogodilibri e la sottovalutazione del pericolo. Un’analisi
Carmillaonline:
A Venezia... un gennaio nero shocking, ovvero: #ROGODILIBRI
Gli affari del Veneto in Brasile e il caso Battisti, ovvero: la strategia della menzogna
Gli affari del Veneto in Brasile e il caso Battisti, ovvero: la strategia della menzogna
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